Schulbaumesse AMBURGO 4-5 Giugno
2013
Il
4 e 5 Giugno 2013 si è tenuta ad Amburgo la prima fiera sull’edilizia
scolastica promossa da L’editore Cubus Medien Verlag di Amburgo, l’ufficio
Edilizia scolastica di Amburgo e la Danimarca. Si è tratta di un progetto per
creare una piattaforma di comunicazione tra architetti, progettisti, imprese di
costruzioni, committenti, e figure direttive delle istituzioni, tutta
concentrata sull’edilizia scolastica. La città di Amburgo si appresta, infatti
ad investire, fino al 2019, 2 miliardi di Euro per la costruzione,
ristrutturazione e ampliamento delle sue scuole. Per prepararsi a questo
importante investimento si confronta con l’esperienza dei Paesi confinanti ed
in particolare con quello danese, che nei risultati PISA ha ottenuto eccellenti
risultati. Alla fiera si accompagna anche la nascita di una rivista “Schulbau –
Magazin für Bildungsbau” che intende proseguire nella tematizzazione degli
argomenti di edilizia scolastica.
All’interno
della fiera è stato organizzato un convegno in cui si sono confrontati gli
architetti amburghesi, con le loro esperienze progettuali e le loro ultime
scuole neocostruite, con gli architetti danesi, che hanno a loro volta
descritto il loro percorso progettuale e le loro esperienze del campo
dell’edilizia scolastica. Le riflessioni sono interessanti e prespicaci,
impregnate di pensiero pedagogico, pur essendo manifesta un’assenza
imbarazzante dal mondo della scuola, della didattica e della pedagogia sul
podio delle discussioni.
Il
discorso tocca i temi cari a chi dibatte di pedagogia e architettura, ma non si
spinge molto oltre, segnalando talvolta riflessioni ancora troppo
autoreferenziali.
L’esperienza amburghese
Nel
comune di Amburgo ci sono più di 400 scuole e si sta pensando a come cambiarle.
Lo stanziamento di 2 miliardi di Euro per la loro ristrutturazione,
ampliamento, neocostruzione impegna il comune nella ricerca di soluzioni che
possano essere durevoli, ecologiche e che sostengano anche il miglioramento
della qualità dell’apprendimento.
Arch.
Dirk Landwehr
Nella
presentazione della Grundschule Klein Flottberker Weg di Amburgo si è
concentrato sui seguenti aspetti:
- Ampliamento
delle zone di transito
- Differenziazione
nei colori tra aule gruppo e aule normali
- Scuola
che pone molto l'attenzione sull'areazione, con semafori che segnalano quando
l'aria non é più buona.
- Aula
docenti con tavoli con geometria arrotondata e curviforme e con cucina a vista.
- Verifica
sul l'utilizzo delle zone di transito e di incontro informale.
L'idea
di proporre zone di lavoro esterne all'aula sono dell'architetto, solo
successivamente sono state condivise insieme agli insegnanti e alla dirigente.
Le
trasparenze visive, presenti in molte parti dell’edificio non sono niente di
nuovo non c'è niente di originale in esse, sia nelle vetrate per le aule gruppo
sia nelle vetrate verso i corridoi, rappresentano qualcosa che nel suo
personale immaginario e nelle memorie scolastiche di bambino erano già presenti...
Alla
domanda se per costruire scuole ci vuole una certa esperienza l’architetto
risponde: “L’edificio scolastico é qualcosa che riguarda sia gli architetti
esperti che i più giovani. É qualcosa di cui tutti abbiamo fatto esperienza
sulla nostra pelle e se uno é bravo può avere successo nel progettarne una
interessante, sia se ha esperienza sia se non ce l'ha.”
Arch.
Ingrid Spengler
Le
case della formazione sono più di una scuola. Luoghi di incontro, laboratorio
di cultura dove si possono incontrare persone di età diverse, con competenze e
conoscenze diverse e con qualità plurali.
Come
devono essere costruite le nuove scuole?
1.
Attenzione
alle nuove modalità didattiche: laboratoriali e centrate sul soggetto
2.
Valorizzazione
degli alunni attrverso zone libere e un'organizzazione flessibile dell'ambiente
3.
Robustezza,
sostenibilità,
4.
Impiego
plurale e multifunzionale
Presenta
la Hafencityschule Hamburg: edificio
ibrido con scuola, mensa, centro sportivo, appartamenti per abitazioni private,
cortile della scuola sul tetto, aula magna utilizzabile anche dalla
cittadinanza.
Nei
diversi concorsi hanno proposto sempre il concetto delle aule come “ case
dell'apprendimento” intervallate e interfacciate con la zona comune di incontro
con luoghi per l'apprendimento libero e informale.
L’architetto
sollecita l’attenzione sui seguenti aspetti su cui tenere alta l’attenzione e
rafforzare gli impegni:
Entrata e spazi comuni - Riflessione più mirata sulle zone
di entrata e sulle zone comuni e valutazione dell'Ipotesi di lavorare sui paesaggi
di apprendimento flessibili attraverso il rimpicciolimento delle aule e
l'ingrandimento delle zone libere. Attenzione alle pareti mobili: spesso non
vengono utilizzate e sono molto costose. Possono esserci altre soluzioni?
La figura del custode - Un altro importante aspetto da non
sottovalutre se si vuole procedere verso ambienti aperti e condivisi,
tecnologici ed attrezzati. Adesso deve essere una figura tecnica molto
preparata a gestire tutte le tecnologie. La concezione del custode o bidello
deve essere nuovamente ridefinita, da educatore di strada delle zone informali,
a organizzatore degli ambienti a esperto di tecnica e tecnologia....
La scuola come edificio ibrido - Plurifunzionalita degli ambienti di
apprendimento questo dovrebbe essere sempre più stimolato al fine di fare della
scuola un cuore pulsante della comunità sociale. Naturalmente gli ambienti
aperti alla cittadinanza devono esse accessibili anche separatamente.
Nuove location - perché
non pensare alle vecchie fabbriche come location per le scuole, come involucri
molto aperti per organizzare lo spazio scolastico?
Scuole come case della cultura - Le scuole, case
dell'apprendimento, dovrebbero divenire centri multiculturali aperti a soggetti
di tutte le età. La scuola come casa dell'apprendimento è il luogo dove
soggiornare, dove perdere tempo, luogo accogliente dove ci sono attività e
proposte per tutte le età. Genitori che vanno e trovano supporto per i loro
piccoli mentre frequentano un corso, o mentre vanno a fare commissioni in
città. Ambiente stimolante per bambini e
ragazzi, luogo di incontri formali e informali, caffè culturale, luogo dove
tornare per leggere o fare un corso serale….
Problema
della sicurezza per l'impiego anche da esterni? Beh, si deve lavorare sul ruolo
del custode che deve diventare più importante e preparato. É lui che segue e
controlla.
Architettura scolastica che fa
cultura - Importante
valorizzare il compito dell’architetto e la qualità del proprio lavoro come
colui che consegna un edificio perché tenga nel tempo, perché parli a diverse
generazioni di persone, perché sostanzi la struttura che accoglierà il futuro
della cultura.
Gli
edifici per l'apprendimento dovrebbero mantenere un proprio carattere e offrire
qualità culturali all'ambiente, ricordando che anche l’architettura insegna ed
é il terzo educatore, come indicato da diversi pedagogisti, tra cui Malaguzzi-
La committenza – È fondamentale avere il benestare
consapevole dei committenti e ciò talvolta puù avvenire sono portando esempi,
facendosi accompagnare nelle visite alle scuole per capire. Si tratta di fare
investimenti per il futuro e bisogna conoscere con i propri occhi, capire
vivendo e osservando esempi di eccellenze altrui.
L’esperienza danese
Copenaghen
si sta sviluppando in modo molto consistente, la scuola presentata ha un
collegamento forte con l'acqua, che rappresenta un elemento importante per la
cittadinanza.
Arch.
Torben Juul
L'architetto
ha presentato l’ampliamento della scuola primaria di Copenaghen “Pilegärdskolen”
e sostiene che é importante offrire la diversità degli spazi. Ha raccontato che
l'ampiezza delle classi é stata ridotta a vantaggio degli spazi aperti, esterni
e adiacenti all’aula.
Il
lavoro per arrivare a concludere sulle scelte se spazi aperti o se classi é
durato almeno un anno nel processo progettuale. Gli interlocutori sono stati
per lo più i committenti. In realtà la proposta è stata sollecitata anche dalla
modalità di lavoro nella scuola danese, secondo la quale l’insegnante ormai
assume sempre di più la funzione di un coach, o di un accompagnatore, tutor
dell’apprendimento di alunni che si organizzano a coppie o in gruppi e che
lavorano in autonomia, con diversi materiali e con le tecnologie.
Le
aule, che ospitano fino a 23 bambini, non sono più adeguate per una didattica
di gruppo e laboratoriale. Per questo la progettazione spinge in direzione di
rendere funzionale lo spazio a questa esigenza connaturata all’organizzazione
della didattica.
Gli
spazi chiusi sono più connessi con quelli aperti e grandi. Mentre quelli grandi
sono molto diversificati in modo da garantire nicchie di lavoro e di
raccoglimento, per ritirarsi e concentrarsi.
Si
discute molto sulla diversificazione degli spazi adiacenti alla classe
tradizionale. La sua esperienza gli ha dimostrato che in media si può sempre aggiungere
fino al 15 per cento del corridoio alle zone condivise, per le attività fuori
dall’aula.
Nel
processo progettuale l’architetto si interfaccia prevalentemente con la
committenza. Tuttavia l’architetto racconta di diversi incontri dove hanno
partecipato rappresentanti del comune e i cittadini ma anche studenti e
insegnanti. Li fanno in modo ricorrente e ciclico per chiedere il consenso a
tutti i partecipanti. Utilizzano per questo moltissimo i modelli 3D per evitare
che ci siano fraintendimenti e per avere una comune piattaforma visiva.
Arch.
Lars lindenberg
Sta
costruendo l’innovativa Sydhavnsskolen di Kopenhagen con uno spazio esterno
molto ampio e variegato a stretto contatto con l’acqua, concepita anch’essa
come parte della vita della comunità e quindi come parte della vita della
scuola e occasione di apprendimento.
Programmare
l'idea e lo sviluppo della scuola significa confrontarsi con valori di base e
con obiettivi programmatici che guidano l'architetto.
La
scuola è un centro sociale, punto di incontro.
È
necessario un serio confronto su valori, idee e obiettivi della scuola.
Poi
compito dell'architetto è quello di presentare proposte anche un po' azzardate,
per aprire le menti, per trasformare in spazi le idee. Per questo l'architetto
ha anche il compito di presentare progetti futuristici o comunque molto avanti.
Cercare la visione pedagogica è importante ma allo stesso tempo dare una visione
architettonica è anche fondamentale.
Arch.
Gitte Andersen
È
responsabile dello studio SIGNAL di Kopenhagen che si sta specializzando nel
campo della consulenza sull’edilizia scolastica. Ha come interlocutori tutti i
soggetti della progettazione.
Per
offrire servizi al mondo dell’architettura e della scuola lo studio sta
svolgendo una serie di
focus
groups, in accordo anche con le istituzioni danesi in cui riuniscono
committenti, insegnanti e dirigenti, architetti e ingegneri che hanno
esperienza nella progettazione di scuole per sviluppare un know how in merito e
per garantire la ristrutturazione di scuole con grande qualità. La qualità,
infatti, si rileva nell'esperienza.
Per
la ristrutturazione di scuole l’approccio dello studio SIGNAL usano molto il
concetto della ristrutturazione mentale, che
è fondamentale per ripensare la scuola esistente e per cambiare l'esistente.
La
scuola danese sta cambiando, nel 2013 si stanno facendo accordi perché gli
insegnanti trascorrano più tempo a scuola anche per preparare le lezioni.
La
scuola diventa quindi un luogo di lavoro a tempo pieno, luogo da vivere e da
abitare.
Si
riflette su come includere i più deboli in classe e come sostenerli, e su come
affontare la sfida della dispersione scolastica, che comunque anche in
Danimarca arriva al 20%.
Tra
le iniziative figurano una serie di studi per verificare quali spazi sono
effettivamente utilizzati e quali no nelle scuole danesi e quali cambiamenti si
possono attivare a partire da questi dati. Altre rilevazioni verificano che i
bisogni degli studenti, degli insegnanti e del personale amministrativo sono
pressochè gli stessi. A partire da queste evidenze si studiano proposte
architettoniche, di interni, di arredi , per sviluppare nuovi concetti relativi
all’aula docenti, più connessi e ibridati con le sale riunioni, le aule gruppo,
con gli spazi connettivi, di passaggio, le zone ristoro o caffetteria.
Si
offrono proposte per immaginare una scuola attiva tutto il giorno per persone
con esigenze e compiti diversi, in tempi e modi diversi. Diversi utenti negli
stessi ambienti, diversi bisogni neli diversi momenti della giornata. La scuola
diventa “one day one building” adatta a utenze plurime lungo l’arco di tutta la
giornata.
La
scuola diventa quindi casa dell’apprendimento, ma anche centro sportivo, centro
culturale, ufficio per gli adulti, impiegando soluzioni che lo studio sta
archiviando e catalogando. Dalla ricerca di arredi che siano tra il formale e
l’informale per la movimentazione dello spazio aula, alle diverse soluzioni per
le separazioni visive e acustiche negli ambienti di studio e lavoro, alle
modalità per modificare a seconda del bisogno la grandezza delle aule, all’attivazione delle aree esterne come
ambienti di apprendimento, sino all’impiego didattico delle pareti e dei
pavimenti e alla promozione di una didattica laboratoriale.